Cenni storici

La Chiesa del Carmine

I Carmelitani si insediarono nella città di Galatina nel 1618 e nella seconda metà del secolo edificarono la chiesa. L’edificio attuale è frutto di ricostruzioni compiute tra il 1720 ed il 1724, in seguito al crollo avvenuto nel 1719.

La facciata è ripartita in tre ordini da trabeazioni percorse da motivi a dentelli. Nella parte inferiore si apre il portale decorato con fregi vegetali, volute a traforo e testine alate che inquadrano, nella sommità, il rilievo raffigurante la Madonna del Carmine. Le ante lignee del portale furono realizzate nel 1745 dal maestro galatine Donato Costantino, come rivelano le due formelle intagliate che riportano il suo nome. Ai lati del portale sono inserite, entro nicche scolpite, le sculture in pietra dei profeti Elia, a sinistra, ed Eliseo, a destra, mentre nell’ordine intermedio, ai lati dell’ampia finestra con cornice riccamente decorata, sono collocate le statue di Santa Teresa d’Avila, a sinistra, e Santa Maria Maddalena de’ Pazzi, a destra. Ai margini dell’ordine superiore sono due slanciati pinnacoli piramidali che attraverso sottili volute si raccordano al timpano spezzato inquadrando lo stemma dell’Ordine Carmelitano Incoronato.

La Chiesa presenta un impianto ad aula unica rettangolare con quattro cappelle per lato. Per l’intero perimetro corre un’aggettante trabeazione segnata da una cornice a dentelli che individua, lungo le pareti laterali, due ordini. In quello inferiore le paraste scanalate con capitelli compositi si alternano ad arcate a tutto sesto, mentre nell’ordine superiore si intervallano alle finestre e alle cornici dal profilo mistilineo. La volta, decorata a fini cassettoni, è arricchita da un affresco raffigurante l’Apparizione della Vergine a San Simone Stock, realizzato nel 1915 dal pittore gallipolino Agesilao Flora. All’interno della chiesa si segnala l’imponente macchina settecentesca dell’altare maggiore con la tela della Madonna del Carmine, al centro, le statue del profeta Elia e di San Giuseppe a sinistra, e quelle di San Giovanni Battista e di Sant’Angelo Martire a dx. Tra le altre opere ad arredo della chiesa si ricordano: l’affresco della Madonna con il Bambino nella prima cappella a sinistra, il Presepe realizzato da Mauro Manieri intorno al 1736 nell’altare intitolato alla Natività del Signore, ultimo a dx, e, nella stessa cappella, il settecentesco organo.Si segnalano, inoltre, sopra l’altare maggiore la tela raffigurante la Visione di Santa Maria Maddalena de’ Pazzi e, in controfacciata, la Sacra famiglia, entrambe del XVIII secolo. Intorno alla metà del XVII secolo, quando si procedeva all’edificazione dell’attiguo convento, la comunità fu coinvolta dal procedimento di soppressione di Innocenzo X del 1652. Pochi anni dopo fu concesso ai Carmelitani di rientrare a Galatina e di ampliare il complesso addossato sul lato destro della chiesa organizzando gli ambienti conventuali su due piani intorno ad un chiostro porticato. I lavori furono condotti tra gli anni 70 e 80 del XVII secolo. Ulteriori ampliamenti furono realizzati nel corso del XVIII secolo, ma nel 1809 la comunità fu definitivamente soppressa e gli ambienti conventuali destinati ad accogliere prima una caserma poi l’Ospedale Civile.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *