LA CONFRATERNITA – Cenni Storici

LA VITA CONFRATERNALE

    Dai secoli più remoti le Confraternite sono state le forme più diffuse e preziose di aggregazione per la formazione cristiana dei laici, per la crescita spirituale di uomini e donne, per la consegna ai posteri delle tradizioni religiose e per il servizio della carità verso gli ultimi, vivi e defunti.

Presenti in tutte le regioni italiane, le Confraternite sono un vasto e variegato mondo.  I loro abiti caratteristici richiamano antiche tradizioni cristiane ben radicate nel Popolo di Dio. Esse hanno posto in luce ed enfatizzato tratti della religiosità popolare legati alla vita di Gesù, di devozione alla Madonna e ai Santi. In un’epoca in cui non esistevano da parte pubblica iniziative di carattere sociale, di sostegno ai bisognosi, ai malati, ai carcerati, alle vedove, agli schiavi… le Confraternite hanno svolto un ruolo suppletivo in una gara di opere di misericordia e di solidarietà.

Oggi, in questa società mutevole e complessa, in questo nostro tempo così problematico, pur essendo cresciuto il benessere economico, pur essendoci iniziative statali, regionali, comunali di assistenza, ci sono sacche di povertà, di bisogni, di sofferenza, che rendono sempre attuale e urgente il ruolo del volontariato cristiano. E chi meglio delle Confraternite che hanno secoli di esperienza alle spalle possono assolvere a tale compito, a tale emergenza sociale?

C’è naturalmente il pericolo di ridurre le Confraternite a semplici associazioni filantropiche, a società di mutuo soccorso. Non va mai dimenticato che esse sono un insieme di fratelli e di sorelle che per vivere il Vangelo, per mettersi alla sequela di Cristo, nella consapevolezza di essere parte viva della Chiesa, si propongono di realizzare il comandamento dell’amore, che spinge ad aprire il cuore agli altri, soprattutto a chi è nel bisogno.

“La carità non è per la Chiesa un’opera di assistenza sociale che può lasciarsi anche ad altri, ma appartiene alla sua natura, è espressione irrinunciabile della sua stessa essenza” (Benedetto XVI, Enciclica Deus Caritas est nr. 25).

Per comunicare ai fratelli l’amore di Dio (la tenerezza di Dio) occorre attingere alla sorgente che è Dio stesso, mediante la preghiera, l’ascolto della Parola di Dio, i Sacramenti.

Scegliere di far parte di una Confraternita significa, pertanto, scegliere uno stile di vita, un modo di vivere intensamente il Vangelo, un modo di tendere alla santità, che è poi la vocazione di tutti i cristiani. Significa intraprendere un cammino perenne di perfezione, laddove il camminare insieme presuppone già un senso di unione e di fraternità: cammino verso Dio in questa nostra società così problematica, talora smarrita, comunque difficile.

La parola cammino ci rimanda a Dio stesso. Dio che si propaga, si effonde, viene verso di noi, cammina con noi. Nel giardino dell’Eden, Adamo ed Eva sentirono che il Signore si avvicinava a loro:

“Poi udirono il rumore dei passi del Signore Dio che passeggiava nel giardino alla brezza del giorno” (Gen. 3,8).

LA CONFRATERNITA “Vergina SS. del Carmine”

     Animata da questo spirito, la Confraternita “Vergine SS. del Carmine” fu fondata a Galatina, nella omonima Chiesa retta dai Padri Carmelitani, il 31 luglio 1717.  Il giudice TOMMASO VANNA, nella metà del XIX sec. Scrive che “la Confraternita del Carmine e quella del Sacramento sono distinte pel ceto civile dei Confratelli”.

    I Confratelli sono animati da grande devozione alla Vergine Santa e indossano lo Scapolare, due piccoli pezzi di stoffa uniti da due lacci, sui quali è raffigurata l’immagine della Madonna. Il 16 luglio 1251, Ella apparve a San Simone Stock e gli diede lo Scapolare come pegno di salvezza e di particolare protezione per chiunque lo avesse indossato. Nel controsoffitto della Chiesa carmelitana galatinese, in un dipinto di Agesilao FLORA del 1915, è rappresentata proprio l’apparizione della Madre di Dio a S.Simone Stock nell’atto di donargli lo Scapolare e nel cartiglio si legge: Foedus pacis – Salus in periculis (Patto di pace – Salvezza nei pericoli).

Una trasformazione radicale di rapporti tra le confraternite e le autorità laiche si ebbe in seguito alle norme del 1806 che soppressero gli Ordini religiosi e le Confraternite possidenti, i cui beni furono incamerati dallo Stato.

Anche la Confraternita del Carmine galatinese subì questa sorte, per cui si ebbe un periodo si stasi e soltanto nel dicembre 1838 essa  poté ricostituirsi,

Come si evince dallo Statuto esaminato ed approvato il 15 febbraio 1839

dall’Arcivescovo di Otranto, Mons.Vincenzo Andrea Grande.

Molte Confraternite tornarono ad essere vitali e a chiedere la autorizzazione a fondarsi o a ricostituirsi con nuove regole già dopo la Restaurazione del 1815 e ancor più dopo il Concordato del 1818, adeguandosi alla nuova normativa per ottenere il placet  da parte di Ferdinando I, re delle Due Sicilie.

REGOLE

Da osservarsi da’ Fratelli della Congregazione, sotto il titolo della Vergine Santissima del Carmine del Comune di Galatina, in Provincia di Terra  di Otranto, esistente un tempo nella Chiesa del soppresso Convento de’ Padri Carmelitani.

CAPITOLO   I

Consistenza della Confraternita

 

Articolo 1°

  La Confraternita eserciterà le sue funzioni nella Chiesa del soppresso Convento de’ P.P. Carmelitani, sita nell’abitato di Galatina, che la Comune con verbale del DECURIONATO del dì 29 Aprile corrente Anno 1838 ha ceduto di unità alle due Camere della Sacrestia, e di un’altra Camera contigua alla medesima con la Campana, luogo sottano e soprano, ove esistono le funi per sonare la detta campana, e diritto di ascendere al Campanile, ed al coretto, ove esisteva un tempo l’Organo, dalla scala piccola del Chiostro di detto Convento, come pure ha ceduto la Statua della Vergine, vestita con un abito ricamato in oro, riunita alla sua Casa: coll’obbligo alla Congrega di far le spese di riparazione, o restaurazione, e quelle dell’annua manutenzione, e di tenersi aperta al Culto Divino per comodo de’ Fedeli, a tenore della Ministeriale di S.E. il Ministro Secretario di Stato degli Affari Interni in data de’ 29 Ottobre corrente anno 1838, e che il Sig, Intendente ha comunicato a questo Sig, Sindaco in data de’  14 seguente mese di Novembre suddetto Anno. Num.i 6623/6909

 

Lo Statuto era lo strumento fondamentale per la Confraternita, che disciplinava sia la vita interna del sodalizio, sia i  rapporti con l’esterno. Tutta l’organizzazione era rigidamente regolata: dalla elezione degli Ufficiali e loro compiti, alle condizioni per essere ammessi, dai diritti e doveri dei Confratelli,  alla partecipazione a processioni, assemblee, incontri di preghiera, ecc.

A leggere bene i documenti, si vede che al di là del contesto giuridico-formale c’è all’interno dell’istituto confraternale una vitalità e nello stesso tempo una chiarezza nel perseguimento dei fini che risulta proprio dalle carte statutarie che ci sono pervenute.

Un altro testo di Statuto, che  ha regolato la Confraternita galatinese fino a pochi anni fa, è del 15 agosto 1944.  Evidentemente si sentì l’urgenza di modificare norme che dovevano apparire  datate e obsolete.  Necessità che si è avvertita anche di recente, per cui  oggi si fa riferimento allo Statuto emanato nel 2010 dall’Arcivescovo  di Otranto e valido per tutte le Confraternite della Diocesi, in sostituzione di quello promulgato il 25 dicembre 2001.

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